I neogenitori, dopo nove mesi di attesa e per almeno un anno dalla nascita del loro bambino, devono fare i conti con un lungo periodo di notti a dir poco agitate. Dormire bene diventa una chimera, il piccolo si sveglia più volte, piange, ha fame… e non è nemmeno facile capire quando e se sia il caso di metterlo a letto.

Mamma e papà, infatti, se da una parte si sono organizzati al meglio in tutto quel che riguarda il riposo notturno, avendo probabilmente scelto la rete letto più consona alle loro esigenze, magari completando l’intero sistema letto decidendosi per un modello specifico tra i tanti materassi passati in rassegna, senza naturalmente dimenticare dei bei nuovi cuscini, dall’altra, col nuovo arrivato, non possono avere tutto sotto controllo, anzi; scopriranno via via il ritmo sonno-veglia del bimbo e si renderanno conto soprattutto di quanto possano essere lunghe certe notti. Sarà un attimo arrivare a chiedersi quando si tornerà finalmente a dormire bene

Tocca quindi armarsi di pazienza e all’occorrenza documentarsi: esistono infatti studi e ricerche sul sonno dei bambini, che tra le altre cose analizzano quando e come i piccoli vengono messi a letto nei vari Paesi del mondo, e dopo quanto tempo più o meno si stabilizza il loro sonno.

Innanzitutto, è necessario chiarire che non esiste un’ora fissa in cui i bimbi devono darsi al sonno. Secondo Jodi Mindell, psicologa clinica della Saint Joseph’s University di Philadelphia, sono numerose le differenze che caratterizzano l’ora della buonanotte per i neonati e per i bambini fino ai tre anni di età. Rete letto, materassi e cuscini hanno importanza secondaria: lo studio della Mindell dimostra come a contare siano particolarmente i fattori ambientali, prova ne sia il fatto che in Nuova Zelanda i piccoli si addormentano intorno alle 19.30, mentre a Hong Kong intorno alle 22.15. Risulta quindi evidente che si dorme tardi specialmente nei paesi caldi: il riposo pomeridiano nelle ore dalle temperature più alte fa sì che si prenda sonno ben oltre il tramonto del sole… Presto o tardi, si spera comunque di dormire bene

A prescindere dalle latitudini, ci sono però delle abitudini in comune che favoriscono il sonno dei bambini: un bagno caldo al bimbo prima di metterlo a letto, la classica ninna nanna e la lettura di un libro conciliano di certo l’addormentamento. Nel Regno Unito, per esempio, l’81% dei 29.287 genitori presi in esame dallo studio della Mindell fa il bagno al figlioletto prima di adagiarlo tra i cuscini, percentuale che in Indonesia scende invece al 6%. Nel mezzo, il 60% degli States e il 13% dell’India.

E i giochi non finiscono una volta chiuse le palpebre. Per quanto il pargoletto dorma beatamente, può svegliarsi da un momento all’altro: il sonno regolare – che va da un minimo di 6 a un massimo di 8 ore per notte – si dice che inizi solo dopo un anno di vita.

Un gruppo di ricercatori della McGill University e del Singapore Institute for Clinical Sciences ha monitorato il sonno notturno di 388 bambini di 6 mesi e di 369 bambini di 12 mesi, prendendo come riferimento una notte di sonno di circa 8 ore. Lo studio ha rivelato che tra i bimbi di 6 mesi il 57% ha superato le 6 ore di sonno regolare, e che tra i bimbi di 12 mesi il 43% non ha superato le 8 ore consecutive di sonno, smentendo con i dati la diceria per la quale pare essere quasi assodato che il sonno dei piccoli trovi la sua regolarità allo spegnersi della prima candelina.

A ben vedere allora si può anche essere esperti di reti letto, materassi e cuscini e di tutto ciò che è connesso al dormire bene… Il sonno dei bambini resta comunque una faccenda delicata che ben poco ha a che fare con preconcetti di sorta. Per qualsiasi dubbio, rivolgersi agli esperti. Gli addetti ai lavori sanno sempre quello che dicono.

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